Dopo la maxi svalutazione delle azioni di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca

22 settembre 2016

Banca Nuova: quali tutele per risparmiatori ed azionisti di Banca Popolare di Vicenza?

Dopo la maxi svalutazione delle azioni di Banca Popolare di Vicenza , correntisti di Banca Nuova, risparmiatori ed azionisti si sono rivolti al nostro studio legale per capire come muoversi. I nostro avvocati esperti in diritto bancario si stanno occupando dei singoli casi, ma intanto è bene fare chiarezza.

La vicenda riguarda diverse posizioni: la banca, talvolta, ha concesso finanziamenti ai clienti destinati all’acquisto delle azioni dell’Istituto stesso. In alcuni casi, inoltre, l’acquisto di azioni è stato imposto ai clienti quale “controprestazione”, al fine di poter ottenere finanziamenti.

Volendo sintetizzare le diversi posizioni:

1) Alcuni soggetti sono stati indotti all’acquisto sulla base di valutazioni patrimoniali che – alla luce delle indagini in corso – non corrispondevano ai dati reali. Il risultato è stata una significativa sopravvalutazione delle azioni e, di conseguenza, un grave danno in capo agli azionisti (c.d. acquisto semplice)

2) Altri soggetti sono stati “costretti” ad acquistare azioni dell’istituto di credito come condizione imprescindibile per l’ottenimento di finanziamenti. In altre parole, l’acquisto delle azioni fungeva da “corrispettivo” per l’apertura di linee di credito. Non solo. Spesso i funzionari dell’istituto di credito promettevano agli acquirenti che – a fronte dell’acquisto della azioni stesse – sarebbero state accordate loro condizioni economiche più favorevoli.

3) In alcuni casi, l’istituto di credito sono persino giunti a concedere mutui di scopo finalizzati al solo acquisto di azioni dell’istituto stesso. In altri termini, la banca concedeva prestiti ai propri clienti affinché questi acquistassero azioni della banca popolare.

Alla banca è stata contestata scarsa trasparenza e correttezza nella valutazione dell’investimento proposto.In molti casi,non solo non ha spiegato che le azioni erano prodotti finanziari illiquidi per i quali sussistevano difficoltà di smobilizzo, ma le ha, al contrario, proposte come un investimento sicuro, a capitale garantito, trasformabile in denaro contante in qualunque momento il cliente ne avesse fatto richiesta.

L’operato della banca è censurabile, in sede giudiziale, sotto molteplici profili: dall’assenza di trasparenza e correttezza nel proporre l’investimento all’assenza di un’effettiva valutazione dell’adeguatezza dell’investimento con riferimento alle caratteristiche personali dei clienti ed alla specificità del prodotto proposto, solo per fare alcuni esempi.

Lo Studio legale Palmigiano ha già iniziato ad inviare delle diffide alle banche nelle quali, oltre, a contestare i profili suindicati, chiede l’invio dei documenti che l’istituto di credito per legge è obbligato a consegnare al cliente quando propone un investimento. Inoltre sono già state presentate numerose istanze di mediazione, che costituiscono “un passaggio obbligatorio”, previsto dalla legge, prima di iniziare le cause.

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