Far pagare il bagaglio a mano è una pratica scorretta: l’Antitrust multa Ryanair e Wizzair

1 marzo 2019

 

Ryanair e Wizzair addebitano ai passeggeri il trasporto del bagaglio a mano e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) le condanna a pagare, rispettivamente, 3 milioni e 1 milione di Euro : si chiudono così i procedimenti istruttori aperti dalla stessa Autorità lo scorso autunno.

 

Far pagare il trasporto del trolley da cabina ai passeggeri è a tutti gli effetti una pratica commerciale scorretta , in quanto:

> la “borsa piccola”, unico bagaglio ammesso gratuitamente a bordo dal 1° novembre 2018, è significativamente più ridotta del trolley da cabina (dal 65% al 52% di spazio in meno a disposizione per i passeggeri);

> Ryanair e Wizzair utilizzano lo spazio delle cappelliere per il nuovo servizio a pagamento, relegando la borsa piccola sotto al sedile;

> viaggiare con un trolley capiente al seguito è un’abitudine della quasi totalità dei passeggeri, ed il bagaglio a mano costituisce un elemento essenziale del servizio di trasporto aereo;

> scorporando dalla tariffa un servizio essenziale, prevedibile e inevitabile per la quasi totalità dei passeggeri e facendolo pagare come supplemento, Ryanair e Wizzair ingannano i consumatori sull’effettivo prezzo del biglietto.

Le due compagnie low cost hanno 60 giorni di tempo dalla decisione  dell’AGCM per comunicare all’Autorità stessa le misure adottate in ottemperanza.

 

Non è la prima volta che Ryanair paga cospicue sanzioni per pratiche commerciali scorrette: un caso simile era stato seguito nel 2014 dal nostro studio legale , in particolare dall’Avvocato Palmigiano con la collaborazione della Dott.ssa Rosa Guttuso, a seguito di una segnalazione di Adiconsum Sicilia.

Lo studio, che si compone di avvocati esperti in tutela dei consumatori , aveva contestato il modo in cui Ryanair presentava l’opzione di acquisto della polizza assicurativa sul proprio sito web, ritenuto ingannevole per i consumatori : l’opzione era stata inserita nella sezione relativa ai dati anagrafici del passeggero, che inserendo lo stato di residenza si ritrovava ad acquistare inconsapevolmente un’assicurazione che aumentava il prezzo finale del biglietto.

L’Antitrust aveva dato ragione all’avvocato Palmigiano, condannando la compagnia a pagare una sanzione di 850.000 Euro per violazione delle disposizioni del Codice del Consumo.

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