Per gli acquirenti delle azioni maxi-svalutate di Banca Popolare di Vicenza è ancora possibile avere giustizia: la sentenza 27/2020 del giudice Alida Marinuzzi, ottenuta dal nostro studio, ha infatti dichiarato che Banca Intesa San Paolo, essendo subentrata a Banca Nuova, è tenuta al risarcimento.
Ripercorriamo insieme la vicenda che ha coinvolto circa 118 mila correntisti, soprattutto siciliani.
Banca Nuova aveva venduto le azioni di Banca Popolare di Vicenza: azioni acquistate a 62,50 euro crollate in pochi mesi a 0,10 centesimi a seguito della maxi svalutazione.
Per la sua rilevanza, il fatto è stato oggetto di indagine da parte dell’Antitrust, che ha accertato che Banca Popolare di Vicenza ha spinto migliaia di correntisti ad acquistare azioni dell’istituto di credito con modalità operative in violazione di legge.
In alcuni casi, infatti, l’acquisto delle azioni era una condizione imprescindibile per avere un finanziamento, in altri la Banca prometteva che, a fronte dell’acquisto delle azioni, sarebbero state accordate loro condizioni economiche più favorevoli.
Secondo quanto stabilito dal giudice, la banca ha violato la normativa di settore a tutela dei risparmiatori:
– per la scarsa trasparenza e correttezza nel proporre il prodotto finanziario
– per l’assenza di una valutazione dell’adeguatezza dell’investimento rispetto al soggetto a cui veniva proposto
– per la specificità del prodotto, presentato come sicuro e trasformabile in denaro in qualunque momento mentre, in realtà, non era così.
Il nostro studio legale è specializzato in diritto bancario e ha già ottenuto il risarcimento per diversi correntisti coinvolti.
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L'articolo Crollo delle azioni BPV: è ancora possibile ottenere un risarcimento proviene da Studio Legale Palmigiano.